Operazione Mare Libero

Un numero incalcolabile di reti da pesca viene abbandonato ogni giorno nel Mediterraneo, con enormi rischi per l’ambiente sottomarino.

24 maggio 2023
Operazione Mare Libero:

recuperato oltre 1km di attrezzi da pesca  dall’Isola di Giannutri nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano

“Per Agnesi l’impegno alla protezione del mare è una scelta naturale, frutto dei valori aziendali e delle scelte verso percorsi di innovazione che già da anni ne conseguono”

Massimo Crippa
Direttore commerciale del Gruppo Colussi

Un grande astice blu è il simbolo della prima giornata di Operazione Mare Libero promossa da Agnesi, storico marchio di pasta italiano, insieme al Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Il crostaceo, per fortuna ancora vivo e in buone condizioni, era rimasto intrappolato in una delle reti fantasma recuperate dall’Isola di Giannutri

Si tratta di reti usate per la pesca ma anche ami e lenze, oggetti che rappresentano il 15% della categoria SUP, cioè Single Use Plastic e che hanno un impatto di lungo periodo, perché rilasciano microplastiche e piombo, oltre a costituire un pericolo costante per la biodiversità perché continuano a pescare in modo passivo per lunghi periodi, uccidendo indistintamente pesci, crostacei, cetacei e tartarughe. L’interventosi svolge, inoltre, in un tratto di mare che fa parte sia della Riserva della Biosfera MAB UNESCO “Isole di Toscana”, sia del Santuario Internazionale per la protezione dei Mammiferi Marini “Pelagos”, una zona internazionale creata nel 1999 per proteggere 87.500 km quadrati del Mediterraneo di estrema importanza per la conservazione di queste specie particolarmente tutelate. Nella prima giornata di recupero, oltre all’astice, sono stati salvati anche altri crostacei e piccoli pesci. Gli strumenti da pesca recuperati saranno poi smaltiti a norma di legge.

Agnesi dal 2019 ha convertito le confezioni dei suoi prodotti, evitando la produzione di circa 7 milioni di confezioni di plastica.


Operazione Mare libero: recuperato oltre 1km di attrezzi da pesca dall’Isola di Giannutri nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Promotore dell’iniziativa Agnesi che ha eliminato la plastica dal packaging

Agnesi insieme ai biologi e ai subacquei del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano recupererà gli attrezzi da pesca abbandonati dai fondali dell’isola di Giannutri. 

Si tratta di un’area di grande pregio ambientale dove tuttavia sono presenti molte reti fantasma

Il problema
delle reti fantasma

Le reti fantasma sono resti di reti da pesca abbandonate, per lo più accidentalmente, che rimangono invisibili e che giacciono sui fondali.

Nel Mediterraneo gli attrezzi da pesca possono rappresentare addirittura la maggior parte dei rifiuti marini registrati, con cifre che raggiungono anche l’89%. Tra i rifiuti marini rappresentano una delle minacce più grandi per l’ecosistema.

Le “reti fantasma” sono  una spietata minaccia all’ecosistema marino: perché uccidono in modo indiscriminato pesci, mammiferi, tartarughe, grandi cetacei e uccelli, per non parlare dei danni causati, dalle continue abrasioni a tutti gli organismi bentonici, come spugne e coralli. Sono anche tra le cause degli incidenti subacquei. Inoltre, con il tempo, si sminuzzano in piccoli pezzi, le microplastiche, che vengono ingerite dagli animali e finiscono nell’alimentazione umana.

L’operazione Mare Libero Agnesi

L’operazione si articola in varie fasi: un gruppo di subacquei e biologi, coordinati dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, dopo aver effettuato un sopralluogo per mappare la presenza di reti intorno all’Isola di Giannutri e averne catalogato lo stato (stima della permanenza in acqua, profondità e tipologia di fondale), si immergerà in alcune delle zone dove la situazione risulta particolarmente critica e dannosa. L’obiettivo è di recuperare la maggior parte possibile degli attrezzi da pesca identificati, soprattutto quelli che ancora rappresentano un pericolo per l’ecosistema, tralasciando quelli che – data la lunga permanenza sott’acqua – sono ormai ‘incastrati’ sui fondali: in questo caso, l’intervento di recupero potrebbe essere più dannoso della permanenza in acqua.

24 maggio all’Isola di Giannutri

Primo appuntamento nell’operazione di recupero

I sub raggiungeranno fondali compresi tra i 10 e i 60 metri di profondità per riportare a bordo un carico di reti da un’area dove i primi accertamenti hanno rilevato una grande quantità di reti in sospensione o già adagiate sui fondali.
Gli strumenti da pesca recuperati saranno poi smaltiti a norma di legge.

Operazione Mare Libero si avvale del coordinamento scientifico del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e del Patrocinio del Comune dell’Isola del Giglio e con il supporto tecnico dello Studio Marea, di Isla Negra e di Underwater Pro Tour APS.

Pasta Agnesi